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Il sangue ricomincia a scorrere. I racconti di Clive Barker

Nato a Liverpool nel 1952 in una famiglia borghese, laureato in letteratura e filosofia ed erede di quel gotico inglese che avrebbe fatto scuola negli Stati Uniti, generando leggende come Edgar Allan Poe e H.P Lovecraft, Clive Barker oggi è conosciuto principalmente per essere l’autore di Hellraiser, nonché l’inventore di uno dei più iconici personaggi del brivido: Pinhead, il famigerato demone dal cranio eburneo e infilzato da lunghi chiodi scuri. 

La celebre novella e il conseguente film, diretto e scritto dallo stesso Barker, rappresentano un momento importante nella carriera dello scrittore britannico, e sono state inoltre le opere più facili da reperire sul mercato fino a ora. Salvo, infatti, le eroiche scelte di catalogo fatte da Indipendent Legions, casa editrice che ha pubblicato gli ultimi romanzi, i titoli di Barker sono stati lontano dalle librerie per anni, divenendo di fatto introvabili.

Dopo tanto silenzio e una ripubblicazione passata in sordina di Castelvecchi, i Libri di sangue oggi rivivono grazie a Fanucci editore con una nuova traduzione curata da Silvia Petrone e le bellissime e suggestive illustrazioni di Daniele Serra in copertina, oltre a una commovente introduzione scritta da Barker. Dopo il volume uscito l’anno scorso contenente le prime tre parti, Fanucci conclude il ciclo pubblicando il secondo tomo dell’opera letteraria che ha fatto conoscere al mondo il maestro di Liverpool. 

Per raccontare un’opera complessa come i Libri di sangue, occorre fare un salto nel passato, alla fine degli anni Ottanta, quando queste raccolte di racconti approdarono in Italia. 

Inizialmente presentato al grande pubblico come il discepolo di Stephen King, Clive Barker conquistò da subito intere legioni di appassionati. I lettori scoprirono presto che i Libri di sangue erano testi in grando di descrivere un immaginario nuovo, rispettoso delle tradizioni di genere ma allo stesso tempo aperto a nuove frontiere. L’autore fu in grado, inoltre, di guadagnarsi allo stesso tempo il rispetto della critica letteraria, anche la più raffinata, che si accorse di avere davanti un vero e proprio enfant prodige: qualcuno capace di trasformare l’horror e fondere al suo interno elementi filosofici, pittorici e fantastici, creando così una sbalorditiva armonia nella breve durata di un racconto

All’epoca, la traduzione portava la firma di Tullio Dobner, storica prima “voce” italiana di Stephen King. Nonostante questo, i Libri di sangue ebbero una distribuzione bizzarra e l’ordine cronologico originale non venne rispettato. 

La forza di queste storie brevi però, spazzò via le sviste commerciali e fu in grado di fulminare il pubblico italiano, spianando così la strada ad altri grandi romanzi dello scrittore usciti successivamente, la maggior parte dei quali pubblicati da Sonzogno, come Apocalypse, Everville, Imajica e Cabal, solo per citarne alcuni, che oggi purtroppo, rimangono ancora fuori catalogo: veri e propri amuleti che i collezionisti custodiscono gelosamente nella propria libreria

Dotati di una struttura drammaturgica spesso autoconclusiva, i racconti di questa saga sono testi complessi, crudi, eruditi e stratificati. Il sangue è il fluido che scorre a fiumi tra le pagine e il collante tra le due dimensioni, quella reale e quella fantastica, nonché l’inchiostro che traccia la mappatura dell’universo barkeriano sviscerato nei libri seguenti: uno spazio infernale e stupefacente a un tempo che squarcia la spessa membrana di monotonia inquieta che avvolge le vite dei protagonisti, il cui mistero viene svelato pagina dopo pagina. 

Tutte le short story contenute in questi due volumi sono memorabili, ma alcuni rappresentano dei veri e propri gioielli della letteratura dell’orrore, storie che tra diversi anni potranno essere paragonate ai racconti di Lovecraft. 

Il proibito da cui è stato tratto il film campione di incassi con protagonista Tony Todd del 1992, Macelleria mobile di mezzanotteIn collina le città e Rawhead Rex sono capolavori di intrattenimento, fantasia e riflessione, per non parlare di La politica del corpo e Il sangue dei predoni, altrettanto spettacolari e incisivi. Ci sono parentesi più leggere e divertenti, come Il ciarliero e Jack contenuto nel primo volume, spassoso ma non per questo meno crudele e oscuro degli altri. Non mancano inoltre le storie più carnali, come Sesso, morte e splendore di stelle dove al centro della vicenda c’è l’esplorazione della sessualità e dei suoi lati oscuri. Entrambi i volumi riescono ad avere la stessa densità letteraria: mostri, stregoni, esploratori, assassini e fantasmi sono i veri dominatori del regno di Clive Barker.

Immergendosi in queste storie ci si accorge dell’originalità dell’autore, un’unicità in grado di sedurre un pubblico che, proprio perché innamorato di King, poteva anche essere fuorviato dall’introduzione che di Barker veniva fatta da parte dell’industria editoriale: una prefazione sicuramente lusinghiera, ma incompleta. 
Ad accomunare i due scrittori c’è senza dubbio una forza immaginativa ineguagliabile e inesauribile. Una genialità abbacinante, che però prende strade e biforcazioni diverse e si plasma su cosmi narrativi regolati da dinamiche differenti e dotati di una cangiate oscurità propria. I due autori possono essere paragonati in quanto sovrani della letteratura horror, non per le storie e i personaggi che raccontano. 

Grazie alla sua forza narrativa, ai suoi eroi e alla loro umanità, King conquista un posto nel cuore di ogni lettore e non se ne va più. Gli individui raccontati da Clive Barker non sono molto in sintonia con l’opera kinghiana. Possono apparire infatti laconici e attirati dai lati oscuri e spesso masochistici della natura umana, e non riescono ad arrivare al pathos rovente in cui riesce a trascinare King, ma sono piuttosto corpi utilizzati come strumenti di scoperta, dove spesso il dolore e il sadomasochismo sono veicoli necessari ad abbracciare l’ignoto. 

Il grande maestro americano inoltre non è mai riuscito a dimostrare il suo sconfinato talento in altre forme d’arte oltre la pagina. Ha avuto diverse esperienze come sceneggiatore e una come regista, ma si tratta di esperimenti con risultati decisamente scarsi.
Barker invece è stato capace di modellare il suo immaginario e narrarlo attraverso strumenti differenti, primo tra tutti il cinema, ambito in cui ha dato prova di essere un regista navigato, preciso, dotato di una grande consapevolezza del mezzo e di tutte le sue componenti: la fotografia e le distorsioni di immagine in primis, ma anche gli effetti speciali, artigianali eppure all’avanguardia, passando poi al montaggio preciso e calibrato, che governa ogni sua pellicola. 

Clive Barker ha adattato i suoi romanzi e diretto veri e propri cult come il già citato Hellraiser e poi Nightbreed Il signore delle illusioni, film estremamente apprezzati dal pubblico e poi dalla critica.

Non solo il grande schermo: il suo multiforme genio si è esercitato anche nella pittura, che cominciò a praticare in gioventù quando, prima di dedicarsi completamente alla letteratura, lavorò come autore teatrale, attore e regista sperimentale di spettacoli e cortometraggi. Oggi la sua produzione pittorica è molto vasta: sono decine i quadri e le illustrazioni che ha firmato ed esposto in varie mostre in Inghilterra e Stati Uniti. 

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