Search
Close this search box.

Eppure Woody Allen non è morto

Esce domani nelle sale italiane l’attesissimo nuovo film di Woody Allen, Un giorno di pioggia a New York, il suo 48° per il cinema. La pellicola era in realtà pronta già da fine 2017 ma non aveva ancora trovato distribuzione, probabilmente per una combinazione di fattori negativi: i rinnovati strascichi di tipo legale nei confronti del regista e problemi più di tipo economico. Eppure, La ruota delle Meraviglie è uscito, sta uscendo Un giorno di pioggia a New York e uscirà Rifkin’s Festival (titolo provvisorio) nel 2020. Alcuni, quasi tutti oltreoceano a dire la verità, hanno dato Allen per morto, senza prendersi cura di avvisarlo. Lui in effetti persiste.

La Ruota delle Meraviglie

La Ruota delle Meraviglie è il 47° film scritto e diretto da Woody Allen, un solido ritorno al dramma dopo le commedie sentimentali Magic in the Moonlight e Café Society. Potrebbe stupire, ma Allen ha girato più di un drammatico: Hannah e le sue sorelle, Interiors, Un’altra donna, Settembre i più famosi. Per l’occasione Allen assembla un bel cast di volti noti: la sempre efficace Kate Winslet, Jim Belushi, Justin Timberlake e Juno Temple. Ginny (Kate Winslet) vive un matrimonio infelice con Humpty (Jim Belushi), un giostraio ex alcolizzato. Ginny vorrebbe scappare e avere un’altra vita, delusa da un lavoro mediocre come cameriera e infranti sogni da attricetta fallita. Una relazione extra coniugale con Mickey (Justin Timberlake), bagnino aspirante regista più giovane di lei, le dà un minimo di gioia. Gioia forse rovinata dall’improvvisa comparsa sulla scena di Carolina (Juno Temple), la figlia di Humpty che era scappata di casa per sposarsi con un uomo che il padre disapprovava. Allen ruba a piene mani dalla tradizione drammaturgica statunitense, in particolar modo da Tennessee Williams e Eugene O’Neal. Il film è infatti di impianto teatrale: molti monologhi (e anche un notevole soliloquio), recitazione sopra le righe e caratteri abbastanza ben definiti anche se Allen può variare molto bene. Tra l’altro, vi è un narratore interno alla storia, Timberlake stesso, che inizia il film e che di tanto in tanto romperà la quarta parete parlando direttamente con lo spettatore (in Cafè Society era il regista a fare da narratore esterno). La performance di Kate Winslet è molto valida tanto che era in aria di nomination agli Oscar; ma al netto della gradevole performance di Justin Timberlake (già notevole in In Time) e della solita bravura di Juno Temple (Mr. Nobody, Killer Joe, Unsane), è il fratello del compianto James Belushi, Jim, la vera sorpresa del film. Belushi mette corpo ed anima nella sua performance: il suo personaggio è un vero antieroe ma è pur sempre un uomo e il suo dolore esce benissimo, specie nel finale (Allen infatti non è solito giudicare i suoi personaggi, anche quando sono negativi). Jim Belushi è stato usato in ruoli non comici con ottimi risultati anche da altri registi importanti come Walter Hill in Danko e da Michael Mann in Strade violente, ma per chi lo conosce solo per La vita di Jim sarà una grandissima sorpresa. A livello tecnico è il solito Allen: lunghi piani sequenza, brevi stacchi di montaggio a sottolineare i visi, qualche carrello e molte panoramiche sulla bella spiaggia (con annessa ruota panoramica aggiunta in digitale in post-produzione, una prima volta per l’ottuagenario Allen). Continua la collaborazione con la montatrice Alisa Lepselter che lavora con lui dal ’99 (Accordi e disaccordi) dopo che Susan E. Morse si è ritirata dalle scene. Torna inoltre Vittorio Storaro dopo Cafè Society, cinematografo italiano, come ama definirsi, lui che ha fotografato Apocalypse Now e Ultimo Tango a Parigi, e che porta dei colori pulitissimi e accesi, gioiosi, a fare da contraltare a una storia che gioiosa non è. La Ruota delle Meraviglie è un film discreto dove la misantropia e la sfiducia del regista nell’umanità escono con tutta la loro forza; non è del resto la prima volta: tra i film recenti, Sogni e delitti (2007), Blue Jasmine (2013), Irrational Man (2015). Neppure l’uso del narratore è nuovo: il narratore interno alla storia era stato usato già in Basta che funzioni (2009) e quello esterno in Incontrerai l’uomo dei tuoi sogni (2010) e Cafè Society (2016). Allen scrive un film all’anno e quindi le ripetizioni sono inevitabili, anche se ne La ruota delle Meraviglie abbondano di certo.
Il film fu un disastro economico in patria, contribuendo alla rottura della collaborazione con Allen da parte di Amazon (Allen denunciò l’azienda per 68 milioni di dollari). Uscito in poche sale nei primi di dicembre del 2017, in un periodo molto competitivo, il film ha di poco superato il milione, arrivando con la distribuzione internazionale a nemmeno 15. Negli USA è il terzo risultato peggiore di Allen: solo Sogni e delitti e Settembre fanno peggio. In genere i film di Allen non incassano molto, ma La Ruota delle Meraviglie non fu nemmeno risparmiato dalla maggior parte dei critici, anche della sua amata New York (Manohla Dargis del New York Times in testa), mentre il solo Peter Travers del Rolling Stones gli ha dato quattro su cinque stelle.

Un giorno di pioggia a New York

Un giorno di pioggia a New York è uno dei film ad aver avuto la distribuzione più travagliata in tempi recenti: infatti il film è uscito bene o male in tutta Europa e buona parte del mondo da settembre in poi, mentre in USA, cioè nella patria di Allen, non si sa ancora se verrà distribuito o meno. Il film è una produzione americana grazie a Letty e Erika Aronson (sorella e nipote del regista) ed è un ritorno alla commedia romantica, dopo il drammatico La ruota delle Meraviglie. Una giovane coppia, per ragioni di lavoro, deve trascorrere a Manhattan un piovoso fine settimana: lei (Elle Fanning) deve intervistare un regista (Liev Schreiber), lui (Timothée Chalamet) è un giovane attore; ma il loro legame sarà messo alla prova: entrambi si innamorano, lei del regista, lui di una collega (Selena Gomez). E non è finita qui. A completare il cast ci sono Jude Law, Rebecca Hall, Kelly Rohrbach, Diego Luna, Annaleigh Ashford e Liev Schreiber, che ha già lavorato con Allen in Gigolò per caso, diretto da John Turturro. Ritorna alla fotografia l’italiano Vittorio Storaro e al montaggio la fida Alisa Lepselter.
Rimasto inizialmente senza distribuzione, Allen ha deciso di rilasciare il trailer ufficiale del film da sé, sulla sua pagina Facebook, e poi, come si è capito, molte case di distribuzione europee prima, e internazionali poi (eccetto statunitensi), hanno comprato i diritti per portare il film nei rispettivi cinema nazionali. Per l’Italia se ne occupa la Lucky Red.
Allen era rimasto senza distribuzione già l’anno scorso, dopo che Amazon decise di non rilasciare più il film; questo nonostante Amazon avesse un contratto per tre film col regista, interrotto a due. Amazon non ha dato motivazioni ufficiali per la rottura del contratto, ma la stampa ha da subito pensato che le nuove accuse della figlia adottiva Dylan di molestie sessuali e successive polemiche durante i momenti più forti del MeToo assieme ai cattivi risultati al botteghino di La Ruota delle Meraviglie abbiano giocato un ruolo decisivo. Allen ha allora il 7 febbraio 2019 intentato causa contro Amazon per 68 milioni di dollari per rottura di contratto; causa interrotta il 10 novembre, dopo che le due parti hanno risolto fuori dalle aule di tribunale, senza aggiungere ulteriori dettagli.

Rifkin’s Festival

Rifkin’s Festival è il film di Allen attualmente in lavorazione ed uscirà nel 2020 grazie all’accordo con la spagnola Mediapro di Jaume Rouras. Allen ha trovato i finanziamenti per girare il prossimo film nel nord della Spagna, a San Sebastiàn e zone limitrofe. Le riprese sembrano essere terminate il 19 agosto e a breve si entrerà in post-produzione. Allen ha già lavorato con la Mediapro (Vicky Cristina Barcelona, Midnight in Paris) e torna a girare nella penisola iberica dopo il gran successo del 2008. L’Europa continua a non abbandonare il regista, fornendogli fondi e attori: Christoph Waltz, Sergi Lopez, Louis Garrel, Gina Gershon, l’amico Wallace Shawn (con la Gershon gli unici americani di rilievo) e Elena Anaya sono nel cast. La trama non è ancora pubblica poiché Allen ama mantenere il riserbo quanto più possibile. Il film sarà una produzione spagnola-americana tra la sorella del regista Letty Aronson e lo spagnolo della Mediapro Jaume Rouras. Vittorio Storaro è sempre alla fotografia e ormai alla quarta collaborazione di fila col regista.

To be continued

Insomma, nonostante i problemi finanziari, di reputazione, di critica e di finanziamenti, Woody Allen rimane uno dei più importanti registi in circolazione, uno che ha ancora un gran passato da cui attingere per il suo futuro. Ormai un vecchietto, ma sempre coriaceo, va imperterrito per la sua strada, facendo il suo cinema alla sua maniera. Al contrario di Zelig, è sempre lui stesso, ma proprio come lui, se serve cammina sulle pareti.

categorie
menu