Comma 22

Quartieri Lontani di Jirō Taniguchi. Tra rêverie e ricordo



Il salto nel tempo è un espediente narrativo che piace sempre, nella letteratura e nei fumetti. Nel mondo degli anime e dei manga è una struttura che torna a più riprese e a cui anche il grande Jirō Taniguchi non ha saputo resistere nel suo Harukana machi-e (In una lontana città), pubblicato nel 1998 in Giappone e disponibile in Italia nella curata edizione di Coconino Press dal titolo Quartieri lontani.

Hiroshi ha 48 anni, una moglie e due figlie. È un uomo d’affari, o così ci fanno pensare tutti i dettagli che lo rappresentano nelle prime tavole: l’abito elegante, lo sguardo severo e il tè che beve per attenuare i postumi della sbornia della sera prima. Ed è mentre sale sul treno, di ritorno da un viaggio di lavoro, che si ritrova inspiegabilmente nella direzione opposta, verso la sua città natale, in campagna. Un’inspiegabile e improvvisa variazione temporale, infatti, lo riporta ai suoi 14 anni, nell’anno in cui suo padre se ne andò di casa, lasciandolo solo con la sorellina, la mamma, la nonna e un numero infinito di domande. Perché suo padre ha scelto di sparire così? Quali significati si nascondevano dietro ai suoi viaggi a Tottori? Era solo una questione lavorativa o c’era molto altro ancora?

Quartieri lontani

È su tutto ciò che si interroga l’adolescente Hiroschi quando rivive questi anni da adulto, grazie a questo distacco dalla realtà che, da situazione temporanea, sembra essere destinata a rimanere tale per un periodo indefinito. E se inizialmente ci vuole un poco per riconoscere le vie che hanno caratterizzato la sua adolescenza, non sarà difficile poi abituarsi a questa posizione privilegiata di ragazzino ‘onnisciente’. Perché il passato è rimasto uguale, o così pare al momento, ma «i ricordi del mio passato qui sono eventi che appartengono al futuro». È facile allora prendere scelte differenti, abituarsi a riconoscere nell’amico il famoso scrittore che diventerà, perché tutto cambia quando si può vivere il presente conoscendo il futuro, sapendo in anticipo chi realizzerà i propri sogni e chi invece perderà la vita in un incidente stradale, alla guida del proprio mezzo di trasporto preferito. «Ma se il presente prende una nuova piega, cosa accadrà al futuro?»

In un’atmosfera poetica e nostalgica, il lettore viene trascinato dai pensieri del protagonista mentre girovaga fra le vie del suo paesino, cercando elementi che parlano del suo passato e avvisaglie del suo domani. Il ritorno fra i banchi di scuola diventa un’occasione per ripensare la sua vita, ma soprattutto al significato dell’età adulta, quando sdraiati sull’erba vicino al fiume sembra facile pensare che: «Essere adulti significa essere legati da catene che imprigionano il cuore libero di un bambino».

Per poco più di quattrocento pagine, il lettore si ritroverà a riflettere con Hiroshi sul valore della famiglia, sull’importanza di vedere i propri genitori non solo nelle vesti date dal loro ruolo, ma anche come persone che hanno un loro vissuto e un loro sentire, un punto di vista che è possibile solo quando si è adulti e che è difficilmente immaginabile in età infantile o adolescenziale. Sono tutte queste domande e riflessioni a trasformare Quartieri lontani in un’opera intima, con uno stile elegante, pulito e preciso che ha valso all’opera il premio per la migliore sceneggiatura al Festival di Angoulême nel 2003, diventando il primo fumetto giapponese ad aggiudicarsi questo prestigioso premio.

Quartieri lontani
Jirō Taniguchi, Quartieri Lontani, Coconino Press, Pag 8

Jirō Taniguchi, infatti, sa trasmettere le emozioni di Hiroshi non solo attraverso il suo viso e i dialoghi, ma soprattutto attraverso i paesaggi del cuore, alternando momenti di intensa riflessione a scene di vita quotidiana. Piccoli gesti che nascondono un turbine di pensieri che affollano la mente dei personaggi in periodi critici del loro vissuto: per i genitori durante la guerra, fra i banchi di scuola per Hiroschi adulto ma rinchiuso nel corpo di un ragazzino, nello sguardo di Hiroshi adulto che realizza tutto ciò che è accaduto al suo ritorno dal viaggio di lavoro. È così che Quartieri lontani riesce a creare un tempo nuovo in cui tutto scorre lentamente, anche la lettura. Molte domande e osservazioni ritornano, diversi episodi vengono raccontati più volte come se si volesse dilatarne ogni istante, per viverli più profondamente. Come se Jirō Taniguchi volesse dirci di rallentare, di non preoccuparci se ci soffermiamo troppo in mezzo agli splendidi campi da lui illustrati: ci si può prendere tutto lo spazio che si desidera per divorare questo romanzo grafico e, se ci si scorderà qualcosa durante la lettura, sarà Hiroshi stesso a ricordarcelo qua e là.


Immagine di copertina: Jirō Taniguchi, Quartieri Lontani, Coconino Press, dettaglio Pag 8